Somigliano a delle vere e proprie cattedrali, ma sono cave di estrazione della calcarenite, una pietra porosa molto pregiata per la compattezza, la grana fine e il colore bianco, dovuto ad una particolare concentrazione di calcio. La calcarenite, comunemente chiamata “tufo”, ha rappresentato per secoli una delle principali fonti di guadagno dell’isola, insieme alla pesca e all’agricoltura.
Utilizzata nella costruzione di case, palazzi, edifici di ogni genere, ha alimentato l’attività estrattiva in maniera così intensa che il territorio di Favignana è stato “scavato” e modellato dando vita a forme sempre diverse e suggestive, grazie soprattutto al lavoro dei cosiddetti “pirriatura” (tagliapietre), gli “artisti” estrattori di tufo. Le cave, con l’arrivo della crisi, sono state via via dismesse e trasformate in orti e giardini: grazie alla protezione dal vento, garantita dall’altezza delle pareti sono state trasformate in “serre naturali”, con un clima caldo d’inverno e fresco d’estate.
In questi luoghi, che hanno preso il nome di “giardini ipogei”, è possibile ammirare ortaggi e alberi da frutto come il fico, il mandorlo, il pero, l’arancio e il fico d’india.