Grotte marine, piccole cale, acqua azzurra in cui si riflette il colore rosa delle pareti rocciose a picco sul mare. La bellezza di Marèttimo, vista a bordo di una delle barche guidate dai pescatori dell’isola, è indescrivibile. Soprattutto in compagnia di Pippo e dei suoi due figli, Antonino e Giuseppe, che mostrano e descrivono un susseguirsi di meraviglie che gli occhi non si stancherebbero mai di guardare…
Il tour
Il viaggio inizia imbarcandosi allo Scalo Vecchio e procedendo verso Nord. La prima grotta che si incontra è quella del Cammello, riconoscibile per la presenza dell’omonimo scoglio, che ha la forma dell’animale accovacciato con le sue due gobbe. Oltrepassata Punta Troia, sulla cui sommità si ammira lo storico Castello, si raggiunge la Grotta del Tuono, così chiamata per il boato che emette all’infrangersi delle onde contro le sue pareti. Poi è la volta della Grotta della Pipa.
Un trionfo di azzurro…
Superata la Praia du Libàno e doppiata Punta Mugnone si raggiunge Cala Bianca, una meravigliosa baia che simile ad un’enorme piscina, per il colore azzurro delle sue acque, riflette come uno specchio l’imponente vista dei barranchi, picchi aguzzi di roccia dolomitica di colore rosa che hanno dato a questo scenario il nome di Dolomiti sul mare. Continuando il viaggio, ci si imbatte nella Grotta degli Innamorati, dove con una piccola immersione a pelo d’acqua, per circa due metri, si accede ad un’altra cavità appena illuminata da un buco nella roccia. L’esperienza successiva è l’entrata attraverso due strette pareti nella Grotta Perciata, passando poi per un’altra piccola cavità, quella del Tàuro. Segue la Grotta del Presepe, dove stalattiti e stalagmiti danno l’impressione di vedere lo scenario della natività. Poi appare la Grotta della Ficaredda, riconoscibile per il forte odore, dovuto alla presenza dell’uccello delle tempeste (Hydrobades pelagicus).
“Il duomo”
La Grotta della Bombarda chiude la serie delle più grandi grotte di Marèttimo. Per la sua imponenza si potrebbe definire “il duomo” delle grotte dell’isola (“la cattedrale” si trova sott’acqua). E’ sormontata dalla “mitra du papa”, una stalagmite che la fantasia popolare ha fatto somigliare al copricapo del sommo pontefice.
Il faro
Doppiato l’isolotto di Punta Libeccio e già prima di superare la praia di Cala Nera si scorge il Faro, che si erge a 24 metri sul livello del mare e domina la costa Ovest con i suoi 50 metri di altezza. Continuando il giro dell’isola, si passa la Facciazza, che prende il nome da un suggestivo volto scolpito sulla roccia, per poi doppiare Punta Basano e raggiungere nuovamente lo Scalo Vecchio, dopo essersi lasciati alle spalle il cosiddetto “Sticchio della Castellana”, parete rocciosa che trae il nome dalla forma delle due cavità che la costituiscono.
Pippo: “regalo emozioni”
“Ho iniziato nel 1973 facendo il pescatore. Guadagnavo 25.000 mila lire al mese. Poi l’intuizione, lavorare con i turisti. Ogni passeggero pagava circa 1000 lire per fare il giro dell’isola, ne imbarcavo 30 al giorno, guadagnando 30.000 mila lire, più di quanto riuscivo a fare in 30 giorni di pesca. Dopo dieci anni, però, per amore della mia fidanzata Maria – spiega Pippo – ho lasciato tutto e sono tornato a fare il pescatore. Ma non ero soddisfatto. Allora ho fatto un passo indietro e con il sostegno di quella che intanto era diventata mia moglie ho comprato una scialuppa, arrivata direttamente da Genova. E ho ricominciato a regalare emozioni ai turisti. Un lavoro bellissimo, che amo, che faccio con i miei figli, con i quali racconto da una barca le bellezze di Marèttimo e preparo a bordo pesce alla griglia appena pescato. A volte anche in compagnia di telecamere e microfoni, che arricchiscono il mio tour. Oggi la diretta di Radio 102 e l’intervista per La Tartaruga”.