Seguono la corrente atlantica, oltrepassano lo stretto di Gibilterra e arrivano nel Mediterraneo. A branchi risalgono verso le coste settentrionali della Sicilia, approdando nelle acque che bagnano le Egadi, ideali per temperatura, profondità e salinità, per la procreazione. Sono i tonni, gli esemplari adulti che, tra maggio e giugno, compiono questo viaggio e che, per secoli, sono stati protagonisti della “mattanza”.
Un rito millenario raccontato da Omero e praticato da Romani, Arabi e Spagnoli, che pensarono di sfruttare le prevedibili migrazioni dei tonni per dare impulso alla loro attività di pesca. A capo della mattanza c’è il Rais, che come spiega Salvatore Spataro, uno degli ultimi ad aver ricoperto questo ruolo nella tonnara di Favignana, “è colui che coordina tutte le operazioni legate a questo metodo di pesca del tonno rosso, compreso come mettere in acqua il castello di reti costruite durante tutto l’inverno”. I tonni vengono catturati in una serie di reti che formano delle camere tra loro comunicanti attraverso reti mobili dette “porte”. Con un sistema di apertura e chiusura delle camere, i tonni vengono spinti verso la “camera della morte”, l’unica ad avere una rete anche sul fondo, issata dalle barche che si dispongono attorno ad essa, per far affiorare i tonni in superficie. Presi con degli arpioni i tonni muoiono e l’acqua si tinge di rosso. “Se le correnti sono favorevoli – dice Spataro – i tonni arrivano prima nella camera della morte. In una sola mattanza a Favignana ho catturato 678 tonni”.
Chi come Salvatore Spataro ha vissuto le emozioni della mattanza ha nostalgia di questa antica tradizione, ferma sull’isola al 2007: “Per noi pescatori la mattanza richiede uno sforzo enorme, ma è un lavoro che ci piace e ci diverte, come fosse una partita di calcio. Per questo ci auguriamo che possa presto ricominciare. È un’attività che ci portiamo dietro da decenni, che ha dato lavoro a tante famiglie, con lo Stabilimento Florio, una struttura da sempre all’avanguardia, la prima ad aver realizzato il tonno in scatola e ad aver creato al suo interno un asilo nido, per permettere ai genitori di lavorare tranquilli. Mi piacerebbe insegnare ai giovani cosa vuol dire fare una mattanza. Sull’isola ci sono ragazzi promettenti e sarebbe bello tramandare questo antico rito”.
Dopo l’ultima mattanza del 2007, Favignana potrebbe tornare nuovamente protagonista. Il Senato, a fine luglio, ha approvato un emendamento al decreto Mezzogiorno che include le tonnare fisse, compresa quella dell’isola egadina, nella ripartizione delle quote aggiuntive di tonno rosso previste per l’Italia a partire dal 2018. “Se ci sarà la mattanza – conclude Spadaro – sarò sicuramente a bordo”.